Il gioco a perdere di LEU. Giochi di potere da prima Repubblica

Il gioco a perdere di LEU. Giochi di potere da prima Repubblica

Grasso, Boldrini, D’Alema e Bersani danno il via libera al Centro Destra.

È la storia di sempre. Ancora una volta la Sinistra si dimostra disunita e incapace di una vera coesione. Neppure quando sarebbe chiamata alla Ragion di Stato.

La creazione di LEU che correrà praticamente in contrapposizione al Centro-Sinistra, non ha stupito gli osservatori. Il Partito che porta il nome di Democratico dimostra una volta di più che al suo interno il dialogo sia totalmente assente.

Sono troppi, infatti, e incredibilmente ricorrenti gli esempi di chi non accetta il volere della maggioranza in seno al partito. Chi è sconfitto dal dialogo democratico esce e crea un satellite.

E tutto ciò in barba al comune senso democratico, ma anche allo sforzo perpetrato negli anni per compattare l’offerta politica in pochi e chiari schieramenti.

Contro un Centro Destra che di fronte alla scadenza del 4 marzo ha tentato ed è riuscito a superare gli inevitabili contrasti tra forze politiche di parte ma eterogenee, il Centro Sinistra risponde spaccando il partito più forte della coalizione.

La guerra delle poltrone

È facile intravvedere in questa operazione una guerra di poltrone. Nonostante che per salvare la faccia i protagonisti della scissione oppongano deboli motivazioni ideologiche.

Non mi pare esistano tra PD e LEU divergenze insormontabili sotto l’aspetto di un programma di governo. Anche perché prima di arrivare ai contrasti esistono una miriade di azioni comuni che non si esaurirebbero certo in una tornata di governo.

Non si può quindi che prendere atto dell’inaffidabilità politica di uno schieramento progressista che non dimostra certo qualità rassicuranti per gli elettori.

In questo momento occorre una coesione tra gli attori di un governo che esuli da semplici diatribe partitiche. Il momento impone azioni coese a difesa degli interessi nazionali interni e una presenza attenta alle cose europee.

Il Centro Destra è pronto. Il Centro Sinistra no!

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